Visite

ottobre 18, 2011

"Non è vero, ma è bello che tu me lo dica"


La mediocrità non è mai delle persone complicate?.

E' molto facile cogliere qualcosa di speciale in persone apparentemente fuori dalle righe.
D'altronde oggi nessuno lavora più, tutti fanno qualcosa di artistico.
E' la società moderna che emargina e condanna una filosofia di vita semplice.
La semplicità con cui si affrontano le cose, il modo semplice in cui ci si pone davanti ai problemi è soltanto per le persone non mediocri.
La mediocrità non è mai delle persone semplici.
E' in questa ottica che inquadro il film di Sorrentino.
Un film che mi ha fatto pensare " finalmente un film italiano diverso, che non è italiano"
Con una semplicità disarmante il regista ci racconta il percorso di evoluzione di un uomo schiacciato dal peso del suo passato(rappresentato da un peso che si porta sempre dietro,  un carrello del supermercato, un trolley) fino alla riscoperta di se stesso e del proprio volto finalmente pulito dal trucco di una maschera adolescenziale a cui era ancorato da tempo.
Così' Cheyenne, il protagonista del film, una rockstar in pensione, che ha smesso di vivere quando ha deciso di interrompere la sua carriera di artista e spreca il suo tempo in un ozio depressivo, viene scosso dalla morte del padre e dalla tenacia dello stesso applicata alla ricerca ossessiva di un nazista che lo aveva umiliato in un campo di concentramento.
Il semplice fatto della morte, la presa di coscienza dello scorrere del tempo, della finitezza della vita, spingono Cheyenne finalmente a capire che il tempo ben speso è l'unico bene della vita e che fino ad allora il suo tempo è stato sprecato, che ormai è tardi, è tardi per molte cose ormai lasciate andare.
Alla fine del percorso Cheyenne impara a spendere il suo tempo ed ad evolversi fino a mettere in mostra il suo vero volto ed  ad abbandonare ogni peso irrisolto.
Perchè dura lex sed lex, si muore alla nascita.

Nessun commento: