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gennaio 23, 2006

G. LOVISOTTO e un sacco (ahimè!) di altra gente, Chick-lit

Berlusconi e il suo corteggio di mentecatti, il Grande Fratello 6, MariaDeFilippi e i suoi Amici, LapoElkann che lo piglia nel culo, le appassionanti vicende sessual-sentimentali di chili e chili di VIPS. Si può cadere più in basso? Certo che sì, siamo in Italia. E allora eccoci: c’è la chick-lit. Direttamente dagli USA, dai quali abbiamo la grande capacità di importare solo il peggio, arrivano orde di triste trentenni scatenate, pronte a raccontarci le loro avventure, perlopiù in sindacato (gruppo di amiche – immancabile), davanti ai drink dell’happy hour, o a casa dell’amica di turno. E allora via con supreme verità di vita (quando va bene, profonde banalità fatte passare per acute riflessioni) e pruriginosi resoconti sessuali, o con leggere (stucchevoli) constatazioni sull’universo maschile, che magari piscia fuori dal vaso o pensa solo al calcio o al sesso, per finire il tutto con le solite disquisizioni su locali & abiti, scarpe & sesso, il tutto condito da termini quali trendy, glamour, strafigo e via così, ivi inclusa l’immancabile sigarettina fra le dita, tenuta col gesto vezzoso di chi vuole apparire, sì, ma una misera parete bianca, una stanza vuota, una stolida ricca sì, ma d’insipienza d’animo.
Bridget Jones docet. Sex and the city docet. Io avrei dato cinquant’anni di carcere a vita agli autori, agli interpreti, ai produttori. Ma dice siamo in democrazia e quindi ognuno può (deve?) dire la sua.
E poi vorrebbero pure esser simpatiche, ché stanno lì a vomitarti battutine & luoghi comuni che nemmeno al peggior Zelig o Cabaret. Si dovrebbe solo compatirle, le autrici di chick-lit. Già di per sé la definizione dovrebbe suonare offensiva, ma loro se ne fanno vanto & bandiera; e quindi ciarlano, ciarlano, ciarlano…
Non sanno cosa fare della propria vita? Si leggano un libro. Un libro vero. O scopino (senza poi per forza volercelo raccontare) a destra e a manca. O magari si buttino nel mondo della droga. Tutto, meglio della chick-lit (o di Forza Italia, le cui iscritte però - penso - coincidano, come autrici o lettrici).
E poi ti diranno: ok, ma non t’arrabbiare, ché la loro non è letteratura. E loro lo sanno, ci mancherebbe. Certo. E LORO LE PUBBLICANO, si potrebbe aggiungere. E a corsa, spuntano pure come funghi. E andate in culo, di cuore, tanto per chiudere.

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