Di Saunders in Italia sono usciti soltanto questi sei racconti, più uno compreso nella famosa antologia Burned Children of America di minimum fax (minimum fax un po’ meno puttana di adesso, pronta com’è a cercar di rastrellare soldi squallidamente da UNA raccolta di Bukowski, facendo leva solo sul nome e sui cretini come me che apprezzano davvero il vecchio Buk e sono disposti pure ad esser presi per il culo per lui – davvero, inoltre ma che cazzo di lavoro ci han fatto Raimo e Tiziano Scarpa? Ma che vadano un po’ affanculo, cazzarola!). Ah, inoltre, un libro per bambini, I tenacissimi Sgrinfi di Frip. Nonostante qui si sbandieri la prossima pubblicazione di CivilWar in Bad Decline (sua opera prima), per adesso niente. Ed è un peccato. È un peccato, ad esempio, che sia stra-tradotto e stra-considerato David Foster Wallace, e Saunders no. Perché questo libro è un capolavoro: in giusta misura sorprende, diverte, dà effettivamente qualcosa. Sul serio, Saunders è uno scrittore che si potrebbe definire geniale. Alcuni temi fondamentali si rincorrono per tutti i pochi racconti (comunque storie molto diverse le une dalle altre: dal quadro metaforico-irreale al quotidiano più banale e squallido, passando per il dramma familiare e il grottesco) della raccolta: lo squallore della vita, quello ancor più forte del lavoro, quello di un amore che non c'è. Su tutto una pungentissima ironia (Quercia del Mar è semplicemente favoloso) mai banale o scontata, perfettamente al suo posto nello stile frastagliato e mosso dell'autore, il quale su tutto fa aleggiare una nevrosi generale e perfettamente rappresentata.
Di sei racconti, tre almeno (Pastoralia, Winky e come dicevo, Quercia del mar, ma la cosa è a voler esser riduttivi) sono fantastici, e quadri irreali o veritieri che siano, colgono perfettamente il contemporaneo, la Società. Non c’è molto altro da dire; in casi come questi si tratta soltanto di leggere. Quindi, via, muoversi: date fuoco alla Mazzantini e/o a Ammaniti. Qui perlomeno c’è la fantasia, il divertimento e l’originalità, anche quando si è immersi nel melodrammatico (si pensi a La fine di FIRPO nel mondo, per citare un altro dei sei).
Al proposito, infine, e a non smentire il tutto quindi, c’è solo da aggiungere che il racconto incluso in Burned Children of America (a titolo Parlo anch’io!) è il migliore dell’antologia. O se la gioca con Lethem, Eggers, e la Homes, se si vuole…
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