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marzo 15, 2004

IL MIRABOLANTE CINEMA ITALIANO! (ultimamente, nelle sale...)

Non ti muovere, di Sergio Castellitto.

Margaret Mazzantini è una romanziera assai ben ammanigliata, evidentemente. Scrive un romanzo orribile, tumido, disperatamente impegnato (social-familiarmente), di introspezione (patetica), e ci vince il premio Strega. Così, la città degli stolti si dice: “wow, ma chi è questa margaretmazzantini che arriva dal nulla e vince pure un premio letterario, quel concorso, lì…? Quello che si tiene a Viareggio, o come si chiama? Boh, comunque deve essere una brava, va’… l’hanno intervistata pure al tg 1, e le librerie son piene del suo libro” E così signore-bene e intellettualoni/e ben inseriti lo comprano, e lo leggono, e ammirano la grande sensibilità, la grande abilità scrittoria, tutti legittimati dal fatto che di certo, questo deve essere il più bel libro mai scritto. Anche di più dei vari (precedenti vincitori di premi) libri di Dacia Maraini, Simona Vinci, Niccolò Ammaniti, Alessandro Baricco etc. “Toh, ha vinto pure il premio Strega. Oh, voglio dire: queste cose son serie eh? Che vi credete? Che i premi letterari siano delle grandi stronzate? Eh?”
Ecco, tutto questo, ma non solo: ci tirano su pure un film, come da consuetudine peraltro. Ieri, Salvatores, oggi Castellitto, che è sensibile in genere alla letteratura, andava pure a leggere Salinger alla merdosissima scuola Holden di Torino di Baricco, e che poi guarda il caso è pure parente stretto della Mazzantini. Ci tromba, cioè. È il marito, sapete. E la Mazzantini la pubblica pure la Einaudi, così, da zero. Ma comunque, via che ci si gira su un film, di quelli in piena tradizione italiana: melodrammone, ci si fa fare le canzoni da qualche cantante (stavolta si è prestato il mitico rossivasco, ché gli angeli hanno dio e noi c’abbiam vasco), che così poi ci vende anche lui un bel cd per i fan, o magari se non ne ha voglia gli se ne chiede qualcheduna vecchia, e poi si prende un’attrice famosa di turno e si comincia a girare per i tg a farci pubblicità. Si fa cultura noi, che vi credete? E il vincenzomollica di turno ci farà le domande di turno, e io regista, lei scrittrice (e co-sceneggiatrice magari) e lei prima attrice saremo lì, in prima fila a rispondere.
In Italia, ogni anno, non s’è scritto altro, non c’è stato altro, il passato non conta più: c’è solo il romanzo-cazzata di turno, quello che vende perché lo vogliono vendere e perché può vendere (ha la caratteristica, in primis di far cacare, in secundis di assommare in sé le qualità tipiche per piacere al borghese che lavora: non molto lungo, banale e strappalacrime; parla d’amore e ci mette sempre un bel drammone social-familiare che piace tanto, e solletica la sensibilità di tutti quanti)
Merda, ma lo sapete che in Italia un tempo si scriveva il Decameron? Eh?
“Una giornata di pioggia, uno stop non rispettato. Una corsa in ambulanza verso l`ospedale, lo stesso in cui lavora come chirurgo. (Toh! Evvai, lo spunto dall’Almodovar, altro simpaticone solitamente assai rispettato nella città degli stolti, di Tutto su mia madre s’è preso; del resto ci s’ha pure Penelope Cruz a farci da prim’attrice!) Ma stavolta non c`è lui in sala operatoria. C`è sua figlia che lotta tra la vita e la morte. Nel terrore dell`evento estremo, Timoteo (ahahahahahah Timòteo ahahahahaah! Ma andate a cacare, deficienti! Timòteo! ahahahahahah) getta la maschera di padre e marito modello (sì, ma che va al bordello ahahahahahah) per svelare, in un immaginario dialogo con la figlia, un segreto doloroso: la storia, all’apparenza squallida, di un amore extraconiugale con una derelitta dal nome spropositato, Italia (e qui la colonna sonora avrebbe dovuto prevedere magari “Itaaaaaaaaaaaalia, Itaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaalia” di Mino Reitano, che almeno avrebbe fatto colore, ma niente via… sarà per un’altra volta – e la derelitta, tra l’altro, cara Margaret Mazzantini… avrebbe, suppongo, in una rozza simbologia per cretini una qualche valenza, vero? Il solito decadimento morale della Sua nazione in cui il suo Alato Spirito è costretto a vivere? Una nazione in decadenza ma con una qualche scintilla negli occhi? Con una qualche speranza di redenzione? Perché Italia ha un qualche lato positivo che lei avrà ben messo in luce, nella sua prosa eh? D’altra parte… scavo psicologico, e dramma interiore van di pari passo se si vuol conquistare gli stolti no?). Non è però che quella pensata dal padre sia una gran cura, per la figlia moribonda. Difatti ella, per far smettere Timòteo (ahahahahaahahah, Timoteo! Ahahahaha mavvia ahahahahahah) di sproloquiare, esce dal coma e si trasforma in gremlin, emigrando nel paese dei balocchi, con letto di ospedale, pitale e corsia intera. Il tutto con sollievo dello spettatore”  


Che ne sarà di noi, di Giovanni Veronesi

Che sarà di Voi? Spero tutto il peggio possibile, a dire il vero. Non bastava un Muccino, in Italia. No: ce ne voleva un altro, a scassare la minchia. Signora Muccino, ma veramente: lei non c’aveva di meglio da fare, a suo tempo? Anche la dama può essere un gran bel passatempo, sa?
“Il liceo. La maturità. E poi che fare? (ma facciamoci prendere da una bella botta di depressione e suicidiamoci. No?) Orde di diciotteni si riversano ogni estate sulle spiagge della Grecia (ecco, mai che ci sia un naufragio al momento giusto) per la loro prima vacanza ‘alla grande’ (cazzo, cazzo e cazzo) e da grandi. Ma diciotto anni sono pochi. Nell'atmosfera magica di Santorini (eccoci! Tanto per non esser banali) si consuma il viaggio iniziatico di tre ragazzi in fuga da una vita già scritta secondo le aspettative di mamma e papà (evvai! Ah, l'originalità! Ma ci andate in culo, teste di cazzo! Ma chi le scrive ‘ste sceneggiature? Proprio silviomuccino con la collaborazione del fratello, magari, eh?). Finalmente liberi di pensare (sì, ma cazzate inutili e pretenziose), scopriranno soluzioni diverse, forse incoscienti ma sicuramente più autentiche (come no). E quindi moriranno tutti disintegrati, non appena formulato il pensiero tipo “cioè, io per me mi credo che questa vita sia qualcosa di veramente bbbrutto, e poi ci stanno le ggguerre, e la fame nel mondo… è l’ora di cambiarlo, no? C’hai presente, no? Cioè… sì insomma…” Pare si chiami malattia del vuoto pneumatico. Cioè, c’è una parte di cervello che è già pienamente conscia di sé. Anche a 18 anni. Anche in Silvio (e Gabriele) Muccino (in violanteplacido no, recenti studi han dimostrato che lei è solo un OCM – Organo Copulativo Monocellulare). Tuttavia, poiché è solo una minima parte, esso non può controllare appieno i discorsi che il soggetto fa, ma solo subirli. Senonché c’è un limite a tutto, e quando questi bei tomi aprono bocca per più di cinque minuti a fila, anche quella minima parte di cervello riesce a prendere il comando di tutta la baracca, seppur con uno sforzo sovrumano. Siccome sa bene che il suo potere è solo passeggero, e che presto l’individuo riprenderà il controllo di sé, solitamente in quel breve lasso di tempo esso preme il pulsante dell’autodistruzione. E niente più coglioni, che sotto il cielo stellato della Grecia si chiedono cose profonde tipo “che ne sarà di noi?”, e il loro massimo pensiero solitamente è quello di dove comprare il fumo a meno.
Ah, le meraviglie del corpo umano! Ecco, sarebbe bello se fosse davvero così.  
Son contento di non aver fatto il liceo, e aver saltato la vacanza in Grecia, sapete? 
Ah, già e poi c’era anche quel film con quell’omo travestito da donna che è Maria Grazia Cucinotta e Joaquim Cortes, che ora non mi ricordo come si chiama (no Joaquin Cortes, quello me lo ricordo, sennò non lo chiamavo per nome; intendevo il film) ma vedrai era bello bello… c'era lei che baciava quello, poi quell'altro, poi tornava dal primo, poi ancora un altro, e poi lui ne baciava un'altra, e via, e quindi ballavano, sotto la pioggia, ed era S. Valentino...
Ah, bene!

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