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novembre 26, 2007

BEOWULF, Robert Zemeckis (II)

IO SONO BEOWULF, E TUTTO IL MIO ESSERE GRIDA VENDETTA! (II parte del post a latere  (a latere?) diviso in due - su consiglio del mio amico invisibile, Enio Gambacciani, anni 43 portati alla bersagliera, professione reporter sì, ma di rametti lanciati per diletto & svago - acciocché anche i vieppiù stolti siano in grado di apprendere & migliorarsi, quantomeno nell'arte del turpiloquio e della vana, vanissima ciancia)

...ragion per cui si può benissimo capire si possa preferire un bel filmone pieno di cazzotti & asce, maledizioni arcaiche, oggetti apotropaici e sempiterne & mitiche lotte fra il bene e il male, col male che alla fine perde però prima seduce & attira parecchio perché come spesso succede è rappresentato da una bella fica; un bel filmone quale quindi è BEOWULF di Robert Zemeckis, leggendaria storia del re di Danimarca Barbacane II (Antony Hopkins passato - male - a Poser 6), che siccome c'aveva il regno infestato dai malvagi Topi™ a seguito d’una antichissima maledizione, chiamò l'avventuriero BEOWULF (in antica lingua vichinga, colui-che-attraversò-le-acque-cor-un-bicchierino-sul-capo) acciocché glieli distruggesse tutti. Arrivato lì, BEOWULF non trovò di meglio da fare che spodestare il re a mazzate (si sa, i vichinghi son gente rude; semplice ma rude), e distruggere i Topi™ fino ad arrivare a parlamentare col capo di essi, la Topa™. Ovviamente, questa, in virtù di chissà quale incantesimo, si mostrava fittiziamente sotto l'aspetto di Angelina Jolie scannerizzata, mentre in realtà era Cristiano Malgioglio, il male assoluto. BEOWULF (in antica lingua normanna, invece, colui-che-mi-pisciò-sullo-zerbino), pur essendo forte, robusto, duro e in tutto e per tutto integerrimo, fu ottimo esempio del noto detto “tira più un pelo di fica, etc. etc.”, e ci cascò come un cieco in campagna potrebbe zompare nella merda di vacca (ma del perché un cieco debba comunque andare in campagna non ci è dato sapere). Insomma, BEOWULF (in antica lingua finnica dai-oggi-dai-domani-prima-o-poi-anch'io-m'incazzo) glielo porse e glielo riporse (anche dietro, pare), finché la Topa™, esasperata (era venuta per governare il mondo, lei), non gli mostrò il suo vero volto. Così BEOWULF riprese in mano la MAZZA® e, un tantinello (comprensibilmente) esacerbato dall’errore/orrore, fece fare la più meritoria fine all'orrido mostro, partorito dal regno delle tenebre di LOKI (il re dei loti nella mitologia nordica, rappresentato sottoforma di serpente incazzoso che cerca di vendervi sovrapprezzo un bei tre etti di loti peccato siano ancora acerbi e li mangiate tra quattro mesi, quando tutti gli altri son lì che sgranano i cocomeri – d'altra parte in questo sta la malvagità, sennò era gentile). Però il mostro non può morire, no. E allora alla fine del film (perché BEOWULF alla fine muore, muore con tutti gli onori) esce fuori dalle acque, sempre con le sembianze d’Angelina Jolie a poppeculodifòri renderingata e lo spettatore attonito sa già che tenterà il suo già fidato quanto savio consigliere, MARIO (in antica lingua runica colui-che-era-tanto-fidato-poi-vide-un-po’-di-fica).
Il film è realizzato - se non s'era capito - con l’avveniristica (?) tecnica modello Pentium III con qualche scatto causa Voodo-3D piantata, sistema a mezzo del quale era già stato (perché? Perché? Perché?) realizzato – dallo stesso regista, che quindi è recidivo – Polar Express, il film che ti faceva dire: non basta che ci sia Tom Hanks ovunque e faccia cacare la storia, deve pure esser mostruoso com’è fatto. Ma che cazzo gli è venuto in mente? Be’ teNpi, quando c’aveva Doc e Marty McFly e Beef e Cane Pazzo Tannen, ora fa i film pare Mafia, ma che si potrà? Poi dice uno s'incazza.

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